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donne contemporaneamente o una sola donna per più volte successive fossero state trovate infette.

La contro-riforma di Nicotera invece (vedi Allegato F), allarga un poco il numero delle donne sulle quali l'autorità doveva esercitare la sua vigilanza, e per le donne vigilate stabilisce l'obbligo di una visita sanitaria bisettimanale. Però per tale visita non impone un medico speciale nominato dall'Autorità ma accorda alle donne stesse il permesso di sciegliersi il medico visitatore. Quando una di queste donne è trovata inferma di malattia venerea contagiosa essa ha l'obbligo di curarsi fino a guarigione segregandosi dai luoghi di prostituzione e sospendendo l'esercizio della professione. Però la cura non è necessario sia fatta nelle sale celtiche degli Ospedali che lo Stato ha pronte a tale scopo, ma può esser fatta dove alle donne piace. E perchè all'obbligo di cura nessuna si sottragga è accordato alle Autorità il diritto di visite sanitarie di controllo ; salvo alle Autorità medesime il diritto di chiudere i luoghi di prostitnzione quando le visite di controllo portino a verificare che le donne ivi raccolte non adempiono questo loro dovere di cura obbligatoria e di abbandono della vita militante fino a guarigione compiuta.

Ora come si vede, questa-contro-riforma, non altera in sostanza il concetto cui s'ispirò la riforma Crispi, il concetto cioè di sottrarre la donna alla indebita vigilanza e ai riprovevoli arbittrii della polizia e si sforza di limitare il meno possibile la libertà individuale: ma intanto consacra di nuovo, come già aveva fatto il vecchio Regolamento, il principio della visita sanitaria obbligatoria e della cura obbligatoria, e, conseguentemente, porta seco implicito il principio dell' iscrizione.

Era quindi naturale che questo Regolamento Nicotera contemporaneamente accontentasse e scontentasse un po' tutti. E se nel campo stesso di coloro che più avevano rimpianto il Regolamento Cavour e più avevano avversato i Regolamenti Crispi si ebbero discordi pareri, per modo che mentre l'uno salutava il Regolamento Nicotera come un vero progresso sul Regolamento Crispi ■ altri lo stigmatizzava come una pessima modificazione di quello - non è punto a meravigliare.

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Diqui la indifferenza o, direi meglio, la tolleranza passiva in mezzo alla quale la contro-riforma Nicotera potè vivere quasi tranquilla per parecchi anni.

Ma poi, mentre questi anni passavano, coloro che del nuovo Regolamento rabberciato studiavano gli effetti dal punto di vista sanitario, doverono man mano rilevare che l'aumento della sifilide, già cominciato necessariamente sotto i Regolamenti Crispi, anziche arrestarsi, com'era da credere, continuava qui e là, e magari si faceva più forte. E sono notevoli, sotto questo punto di vista e come elementi di inquietudine per tutti costoro le statistiche quasi anno per anno pubblicate dal prof. Scarenzio, il quale osserva a Pavia a poca distanza, cioè, da Milano; statistiche che mentre nell' 89 ci danno solo 35 sifilitici e nel 90 ce ne danno 76, nel 91 ce ne danno 81 e 92, nel 1892 e 135 nel 1893 e 144 nel 1894. E più notevoli ancora per non dire di molte altre che ho sott'occhio - sono le statistiche del prof. De Amicis a Napoli, le quali mentre nei 7 anni che precederono la Riforma Crispi davano una media di 236 sifilomi iniziali all'anno, poi nei sette anni successivi dettero una media di 684 sifilomi, e proprio nel 1892 - cioè subito dopo lo stringimento dei freni avveratosi col Regolamento Nicotera dettero niente meno che 794 sifilomi iniziali.

E tutti coloro, da un altra parte, che studiavano gli effetti del Regolamento Nicotera dal punto di vista morale, erano costretti con dolore a notare che anche con questo nuovo Regolamento gli inconvenienti già sempre lamentati sotto gli altri Regolamenti segiutavano e si moltiplicavano; tanto vero che ogni tanto i giornali politici di questa o quella città avevanò da rimproverare all' Autorità di pubblica sicurezza quando un eccesso di larghezza quando un eccesso di rigore, mentre che scandali, ed equivoci, e inguistizie e soprusi venivano a galla in ogni parte del regno.

Quindi fu per necessità di cose che taluno tornò a levare la voce, reclamando dal Governo qualche utile provvedimento. E gli amici del Regolamento Cavour invocavano naturalmente un ritorno più deciso ai sistemi coercitivi, perchè secondo loro l'incremento progressivo dei mali venerei non poteva essere spiegato che colla insufficienza delle restrizioni adottate ". E gli amici della Riforma Crispi affermando invece che di quell'incremento la colpa non si può far risalire alle disposizioni vigenti, qualunque sia il giudizio che se ne può dare, ma al fatto che esse sono lasciate a tarlarsi in soffitta invocarono che si tornasse ai criterii puri e semplici di quella Riforma, applicandola però sinceramente e completamente e aggiungendole tutto ciò che ancora non s'era fatto per giovarle senza storpiarla.

In seguito a ciò nel 1896, il Ministro Rudini che già il 16 Giugno 1895 aveva espresso alla Camera il suo avviso dichiarando il Regolamento Cavour tirannico e tale da doversi abbatlere completamente — ordinò che si riprendesse in esame questo argomento. E siccome il Consiglio Superiore di Sanità, nel Gennaio 1896, votò ad unanimità un ordine del giorno in cui era detto: "Il Consiglio, presa conoscenza dei resultati conseguiti dal Rego"lamento 27 Ottobre 1891 sul meretricio, riconosce la opportunità " che ai medici provinciali si accordi più efficace ingerenza nell' " applicazione della parte sanitaria del Regolamento e fa voti che sieno aumentati i mezzi, ora insufficienti, per provvedere alla "cura", perciò il Ministro Rudini fin dai primi mesi del 96 richiese dai medici provinciali una ispezione generale.

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Da questa ispezione risultò che molte disposizioni del Regolamento sebbene che la direzione della Sanità pubblica fosse sempre rimasta fino ad allora nelle mani di quella stessa persona che più di ogni altra aveva contribuito ad atterrare la Riforma Crispi e forse più di ogni altra aveva avuto parte nella manipolazione della controriforma non erano state ancora applicate nella loro interezza. Risultò che l'Autorità di Pubblica Sicurezza aveva posto ben poco interesse agli atti di sottomissione dei locali di meretricio contemplati nell' Art. 16 del Regolamento, e si era disinteressata affatto relativamente all'ultimo comma dello stesso Art. circa la scelta dei medici fiduciari. Risultò che qualche medico fiduciario aveva mancato al proprio dovere o non facendo le visite obbligatorie o non denunziando, come prescrive l'art. 37, le prostitute malate; e che le visite di controllo non da pertutto e non sempre erano fatte. Risultò che l'ospitalizzazione delle prostitute malate di malattie celtiche contagiose prescritta dell'Art. 39, non si praticava sempre e dapertutto con le garanzie volute dal Regolamento. Risultò che nel consentire alle prostitute ammalate di curarsi liberamente per loro conto l'autorità non aveva usato sempre il necessario rigore, e di chiusure di postriboli, ai termini dell' Art. 42, l'Autorità si era ben poco occupata. E risultò altresì che a vigilare sulla prostituzione clandestina, per scoprire i locali di meretricio meritevoli di essere iscritti d'ufficio, fu assegnato dapertutto un numero irrisorio di guardie: e che a preparare nelle diverse città sale celtiche numerose e buone per la cura obbligatoria, e sezioni speciali per i venerei liberi si era provveduto

lentamente, insufficientemente e malamente e che degli Istituti pii e delle società di patronato per la redenzione delle prostitute minorenni e per la riabilitazione delle prostitute pentite, le Autorità, in barba all' Art. 33 del Regolamento, non si erano mai occupate affatto.

Tutto questo risultò e il Ministro Rudini per porvi riparo cominciò tosto a richiamare le diverse Autorità da lui dipendenti alla severa osservanza dei loro doveri. Il 9 Agosto 1896, con una prima circolare a tutte le Autorità in genere che sono sottoposte al Ministro dell' Interno, invocò specialmente l'efficace concorso dei Sindaci e delle altre Autorità comunali di cui lamentava il completo disinteressamento. Il 20 Agosto successivo, con una seconda circolare alle Autorità di pubblica sicurezza, raccomandò che il servizio di vigilanza sul meretricio fosse affidato ai migliori funzionari e che il loro operato venisse ben controllato dai Capi di ufficio. E il 19 Ottobre dello stesso anno, con una terza circolare ai Prefetti, ricordò le attribuzioni proprie dei medici provinciali in fatto di profilassi celtica; e volle che fossero procurati ad essi tutti gli elementi necessarii per giudicare sull'efficacia della vigilanza esercitata sul meretricio.

Poi sul cadere del 1896, come se tutto ciò non fosse ancora sufficiente, mandò istruzioni, dovunque parve potessero bisognare, per meglio disciplinare l'istituto dei medici fiduciarii, e a controllare l'opera di questi, aboli gli Ispettori dei Dispensarii celtici, riconosciuti inutili quando non erano dannosi perchè infedeli, e decise di istituire dei medici visitatori con l'obligo di fare frequenti visite di sorpresa a tutte le prostitute iscritte. E infine a vedere se con tutto ciò si era qualche cosa ottenuto il Ministro Rudini, fermo nel proposito dichiarato di voler procedere sempre più ordinatamente nelle vie del progresso igienico della Nazione mandò in giro per l'Italia alcuni ispettori.

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Ma che cosa trovarono questi ispettori ?

Lo dice la Relazione del Dott. Imperatori. Per parte dei funzionari essi trovarono che mancava ancora la convinzione sincera di far del bene applicando pienamente questa legislazione liberale e quindi mancava lo zelo. Nella classe dei medici fiduciarii ne trovarono sempre taluni o negligenti o di mala fede, che solo per ironia quindi potevano meritare di esser chiamati fiduciari. Dei dispensarii celtici ne trovarono in alcune città oltre il bisogno, mentre ne

erano del tutto sprovvisti altri centri popolosi in cui un dispensario avrebbe potuto riescire utilissimo e fra quelli esistenti ne trovarono taluni tutt'altro che degni d'encomio, sia perchè non rispetta vano gli orarii, sia perchè non curavano la disciplina, sia perchè trasandavano le statistiche, sia perchè non distribuivano onestamente i medicinali gratuiti, sia perchè non tenevano ben regolate le contabilità. E trovarono anche che la stessa azione di sorveglianza dei medici provinciali, sebbene questi fossero stati particolarmente chiamati in causa dalla recentissima circolare del Ministro, rimaneva o scarsa o inefficace.

Essi trovarono dunque, questi Ispettori, che a dispetto della buona volontà addimostrata dal Ministro e da chi ora lo assisteva per migliorare la situazione morale e igienica del paese, questa situazione si ostinava a restare tal quale, prima del 1896. E se oggi, dopo due altri anni di esperimento, noi diamo una occhiata in giro per vedere a che punto siamo, io debbo confessarlo in omaggio ai resultati dell'inchiesta eseguita da me dal gennaio ad oggi, noi restiamo sempre nei termini medesimi.

Ma da che dipende veramente tutto ciò? Noi lo vedremo comodamente e chiaramente in un capitolo prossimo dopo che avremo esaminato quale è il meccanismo attuale della sorveglianza e dopo che, in rapporto con questo, avremo anche guardato a che punto siamo ora con la diffusione delle malattie veneree.

STATO ATTUale.

Per esporre colla massima chiarezza e colla massima precisione le condizioni reali e non - badiamo bene! - le condizioni appa. renti o fittizie, in cui si trova l'Italia nel momento in cui scrivo, sia dal punto di vista della legislazione sul meretricio come dal punto di vista della publica salute in rapporto colle malattie veneree, io mi gioverò fin che posso del quistionario inviatomi per questo scopo dal Comitato ordinatore.

11 Regolamento di Cavour che traeva le sue lontane origini da quello francese del 1802 ed era come calcato su quello di Bruxelles, dopo un trentennio di vita era caduto più che altro sotto il peso di tutti gli inconvenienti e di tutte le brutture che sotto l'egida sua si erano verificati.

Es o aveva il compito di sopprimere la prostituzione clandestina

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